HomeEmozioneTra Basilicata e Puglia il thriller rurale di Salvatores

Tra Basilicata e Puglia il thriller rurale di Salvatores

Tra Basilicata e Puglia il thriller rurale di Salvatores

Titolo: Io non ho paura

Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura: Niccolò Ammaniti, Francesca Marciano
Protagonisti: Michele Amitrano, Filippo Carducci, Dino Abbrescia, Aitana Sánchez-Gijón, Diego Abatantuono
Produzione: Cattleya, Colorado Film, Alquimia Cinema, The Producers Films (Not Scared) Ltd

La Puglia e la Basilicata offrono continuamente spunti scenografici, tanto per commedie quanto per storie drammatiche. Gabriele Salvatores vi ha ambientato il suo: Io non ho paura del 2003, tratto dal romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti, che è autore anche della sceneggiatura del film insieme a Francesca Marciano. Il film ha vinto due David di Donatello, tre Nastri d’argento, il Globo d’oro ed è stato scelto come film per rappresentare l’Italia agli Oscar.

Tra i principali interpreti  ci sono i due giovani Giuseppe Cristiano, nel ruolo di Michele Amitrano, e Mattia Di Pierro, che interpreta Filippo Carducci. Dino Abbrescia e Aitana Sánchez-Gijón sono i genitori di Michele: Pino e Anna AmitranoDiego Abatantuono interpreta il losco Sergio.

Il film è ambientato nell’estate del 1978, l’anno che ricorda il rapimento di Aldo Moro e i tanti rapimenti a scopo di estorsione in cui venivano coinvolti figli di industriali.  Michele Amitrano è un bambino di nove anni che vive ad Acqua Traverse, ama correre in bici anche con i suoi amici per le campagne della Basilicata.

 

Michele e gli amici

 

Un giorno scopre un fosso, in fondo al quale trova un bambino diventato quasi cieco per essere rimasto prigioniero così a lungo senza luce.

 

Giuseppe Cristiano

 

Nascosto sotto la lastra e il materasso ci stava il buco.
Non me l’ero sognato.
Non riuscivo a vederlo bene. Era buio e pieno di mosche e saliva una puzza nauseante. Mi sono inginocchiato sul bordo.
-Sei vivo?
Nulla.
-Sei vivo? Mi senti?

Il piccolo, di nome Filippo, viene dal Nord Italia, a sentire il suo accento, oltre a essere biondo e delicato, l’opposto fisico di Michele. Superato lo sconcerto iniziale Michele torna varie volte a trovare il ragazzo con cui nasce un’insolita amicizia, finché si scopre il motivo perché Filippo è stato rinchiuso.

 

Filippo e Michele campi lucani

 

Uno spunto drammatico che mostra l’ingenuità dei bambini, che vogliono stare insieme, e ignorano le brutture compiute dagli adulti.

Non ho paura delle altezze, ho paura di cadere.

Il film  è stato girato in Basilicata e in Puglia nelle province di Foggia e Potenza, luoghi meno soliti al cinema e valorizzati dalla splendida  fotografia di Italo Petriccione. In Basilicata le riprese sono avvenute a MelfiLagonegro e Rapolla. Situata a nord della Regione e nel cuore del Vulture, Melfi è un bellissimo borgo rupestre noto per essere stato scelto dall’Imperatore Federico II di Svevia come residenza estiva. Oltre al Castello normanno svevo, sono da da visitare le chiese rupestri di Santa Margherita e Santa Lucia scavate nel tufo e la cattedrale di Santa Maria Assunta. Acqua Traverse, il paesino immaginario dove vive Michele, è nella realtà San Leonardo, ossia una frazione di Melfi, conosciuta anche come Leonessa di Melfi. 

 

Castello Melfi

 

Alcune scene sono state girate anche in Puglia, nei campi di grano intorno a Candela, nella Murgia e nella valle del fiume Ofanto, in Capitanata.

Le inquadrature ad altezza di occhi di bambino consentono allo spettatore di perdersi in questi campi di grano infuocati dal sole, immergendosi in un Sud più intimo, meno pubblicizzato e forse più autentico. Si potrebbe anche scoprire che il cinema, un po’ come la vita, spesso è suggestione e non ha bisogno necessariamente di luoghi rinomati ma di atmosfere adatte.

 

Campo di Grano

 

La storia raccontata ci sembra dire che i giovani possono unirsi e superare i problemi degli adulti che li vorrebbero separati. Così, in generale il nuovo può superare il vecchio e anche il turismo può uscire dai soliti schemi e farci gustare l’ebrezza di qualcosa di diverso, così come il suggestivo paesaggio del Vulture Melfese e le immense distese di grano dorato hanno premiato la scelta del regista facendo conquistare alla pellicola il riconoscimento di Opera di Interesse Nazionale, conferito dal Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali

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Andrea è laureato in Teorie e tecniche del linguaggio cinematografico. Segue e scrive di cinema e teatro, dopo aver coltivato e amato quest'ultimo personalmente, studiando teatro e canto e partecipando a spettacoli e Festival, in Italia e non solo. Ha scritto per varie testate tra cui Best Movie e Saltinaria, Cinespresso e Amazing Cinema. Nel suo percorso si occupa anche della promozione e organizzazione di eventi culturali, teatrali, musicali e turistici. Tra questi ci sono stati Musicultura, MArtelive, e il Levante International Film Fest.

andrea.dcosmo@gmail.com

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